Tariffa notturna, associazioni consumatori fanno ricorso al Tar

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11.01.2018
Fonte Articolo www.farmacista33.it

L'aumento delle tariffe per l'acquisto in orario notturno dei farmaci nelle farmacie è «sproporzionato all'aumento degli onorari del farmacista, manca di indicazioni sui criteri di scelta, viola il carattere pubblicistico del servizio farmaceutico e crea disparità tra i utenti che ricorrono a parafarmacie e Gdo, cui non è richiesto il pagamento dei diritti addizionali rispetto a chi si rivolge alle farmacie». Queste le motivazioni con cui le associazioni Codacons e Articolo32 hanno presentato ricorso al Tar del Lazio per l'annullamento del decreto ministeriale che ha definito le tariffe per l'acquisto dei farmaci nelle farmacie in orario notturno, portando il supplemento a carico dei cittadini da 3,87 euro a 7,50 euro. È quanto annunciato in un comunicato congiunto in cui si sottolinea che il provvedimento ministeriale è «sbagliato e lesivo dei diritti dei consumatori e non tiene conto dell'aumento dei profitti per i farmacisti negli ultimi anni e dell'incremento del consumo di farmaci da parte dei cittadini».

Tra le motivazioni del ricorso si parla di "eccesso di potere per difetto di motivazione e violazione dei principi di ragionevolezza e proporzionalità. Difetto di istruttoria". Secondo le associazioni «il decreto impugnato giustifica l'aumento dei diritti addizionali sulla base dell'aumento del costo del lavoro notturno. Tuttavia, tale aumento dei diritti addizionali, non è giustificato in quanto non appare proporzionato all'aumento degli onorari professionali del farmacista. Infatti, se si guarda al contratto collettivo nazionale di lavoro dei dipendenti da farmacia privata del 26maggio2009e il successivo accordo di rinnovo del 14 novembre 2011 il servizio a battenti chiusi viene retribuito con la sola maggiorazione del 16% per le prime 8 ore di lavoro e con la retribuzione oraria più la maggiorazione del 10% per le restanti ore... per cui è evidente come il costo del lavoro notturno non sia proporzionato rispetto all'aumento del diritto addizionale per ogni singolo utente di ben € 7,50 per le farmacie urbane e rurali non sussidiate e, addirittura, di € 10,00per le farmacie rurali sussidiate.

Da qui emerge anche un palese difetto di istruttoria circa le modalità con cui sono stati determinati gli aumenti de quo, raddoppiati automaticamente senza alcun criterio. Inoltre la giustificazione dell'aumento dei diritti addizionali in ragione dell'aumento del costo del lavoro notturno non appare giustificata se si considera che in base all'art. 9 i diritti addizionali di cui ai commi 1 e 2 non sono dovuti quando la farmacia effettua servizio a «battenti aperti», ancorché con modalità che escludono, per misura di sicurezza, il normale accesso ai locali».

Inoltre, ci sarebbe "difetto di motivazione e di istruttoria. Eccesso di potere per violazione del principio di trasparenza e irragionevolezza". Secondo i ricorrenti sono stati aumentati gli importi «raddoppiandoli in modo automatico, senza indicare i criteri che hanno guidato tale scelta. Poiché un ordinamento tariffario dovrebbe essere trasparente e basato su criteri predefiniti, finalizzato a promuovere la concorrenza e la tutela dei consumatori e utenti, è evidente che il provvedimento in esame risulti censurabile, in quanto ha una motivazione insufficiente e priva pertanto il privato della legittima aspettativa a conoscere il contenuto e le ragioni giustificative del provvedimento che va ad incidere sulla sua sfera di interessi». Ricorrono al Tar anche per "violazione e falsa applicazione artt. 32 e 41 Cost. Principi di libera concorrenza. Eccesso di potere per violazione del principio di ragionevolezza". I ricorrenti ricordano il carattere «pubblicistico del servizio farmaceutico che non può essere contestato in quanto ha come base primaria e come obiettivo principale la tutela del diritto alla salute, il quale deve prevalere rispetto ad interessi economici» e sostengo che il decreto comporti «al contrario, una palese violazione dell'articolo 32 della Costituzione, sacrificando il diritto sancito ai meri interessi economici del farmacista. Nel caso di specie, invece, gli interessi economici, attraverso il decreto del 22 settembre 2017, vengono messi al di sopra del diritto alla salute di milioni di persone che viene intollerabilmente compromesso dall'aumento sproporzionato del prezzo dei medicinali acquistati durante l'orario notturno». Infine, sostengono che ci sia "violazione e falsa applicazione dell'art. 3 Cost. Disparità di trattamento, compromissione della libertà di scelta. Eccesso di potere per violazione del principio d ragionevolezza". Secondo le associazioni si genera «una disparità di trattamento tra consumatori e utenti che ricorrono per la spesa farmaceutica alle parafarmacie e alla Gdo, cui non è richiesto il pagamento dei diritti addizionali, rispetto a quelli che, anche per ragioni di prossimità, sono costretti a rivolgersi alle tradizionali farmacie, che devono, invece, sottostare a questo nuovo balzello.

Simona Zazzetta

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